Agcom contro la pirateria sportiva: multe fino a 5000 euro anche per chi ha visto partite piratate
Dopo un lungo dibattito sulle partite di calcio piratate, in riferimento all’ormai ben nota “legge pezzotto” contro lo streaming illegale di contenuti sportivi, è finalmente arrivata la stretta di Agcom sul tema.
L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha infatti appena comunicato in via ufficiale sui social, tramite la voce del commissario Massimiliano Capitanio, che saranno messe in pratica delle misure importanti di contrasto alla pirateria, fenomeno diffuso soprattutto nell’ambito dello streaming calcistico.
Nello specifico, come annunciato, sono in arrivo multe anche piuttosto salate verso i trasgressori, in applicazione della legge antipirateria 14 luglio 2023 n. 93 recante “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della diffusione illecita di contenuti tutelati dal diritto d’autore mediante le reti di comunicazione elettronica”, entrata in vigore l’8 agosto dello scorso anno.
Capitanio è stato chiaro nel suo post sul profilo ufficiale LinkedIn, e ha ribadito con la necessità di contrastare “le associazioni criminali” ma anche “quelle legali che fanno business rubando proprietà intellettuali e diritti di altri”. A quanto pare però saranno recapitate anche multe piuttosto sostanziose verso gli utenti trasgressori, individuati dalla piattaforma “Piracy Shield”.
Il commissario di Agcom aggiunge che i provvedimenti e le sanzioni seguono un’azione intrapresa in modo concreto anche da altri paesi europei, la Spagna in primis.
Sanzioni da 150 euro a 5mila euro: ecco chi sarà multato
L’esposizione pubblica sui profili social ufficiali di Capitanio è da intendersi come l’inizio di un periodo duro di lotta allo streaming pirata, e la sensazione è che siano già stati individuati i primi destinatari delle sanzioni.
Nello specifico, le sanzioni comminate saranno comprese tra i 150 euro e i 5mila euro, che toccheranno anche a tutti gli utenti responsabili di utilizzare in maniera illegale i siti ma anche le app non autorizzate alla trasmissione di contenuti sportivi: il fenomeno riguarda centinaia di migliaia di persone che ogni giorno scelgono la via illegale per guardare in streaming le partite, soprattutto di calcio, regolarmente coperte dai diritti di trasmissione.
Questo criterio di applicazione delle sanzioni risponde alle motivazioni originarie della legge “antipezzotto”, ovvero il blocco della trasmissione – e della visione – delle competizioni sportive anche da piattafome come Amazoncalcio, nonché da Play Store e App Store. Secondo le dichiarazioni di Capitanio l’attuale mancata collaborazione di Google e Amazon per il contenimento e la soluzione del problema richiede un intervento urgente dell’Autorità, anche a scopo di deterrente per il futuro.
I recidivi potranno dover pagare anche sanzioni corpose (fino a 5mila euro, appunto), poiché le trasmissioni illegali da app, che coinvolgono quotidianamente migliaia di utenti, arrecano gravi danni economici all’industria sportiva, sottraendo anche circa 300 milioni di euro ogni anno soltanto al mondo del calcio.
Oltre che verso gli utenti complici dell’illegalità, le multe in arrivo saranno indirizzate anche e soprattutto a chi decide di diffondere in forma illecita contenuti tutelati da regolari diritti. Nello specifico le multe pecuniarie previste possono arrivare anche fino ai 15mila euro, sebbene la legge preveda anche pene più dure, come la detenzione dai 6 mesi fino ai 3 anni, a seconda della gravità dell’illecito o del reato commesso.
Piracy Shield entra in azione
La mancata collaborazione dei maggiori motori di ricerca come Google già evidenziata dal commissario Agcom, ha reso necessario contrastare il fenomeno dello streaming illegale attraverso degli appositi strumenti di rilevazione degli illeciti.
La già menzionata piattaforma “Piracy Shield”, già testata in occasione della Champions League e degli incontri dell’Eurocup di Basket con l’oscuramento di 114 siti illegali e con l’individuazione dei nominativi di molti utenti trasgressori, può bloccare le partite piratate con 30 minuti di anticipo sull’inizio.
Per mezzo di “Piracy Shield” vengono dunque anche reperiti i nominativi di tutti quegli utenti che scelgono di abbonarsi a sistemi di trasmissione di segnali televisivi su reti informatiche (Iptv) e di scaricare dagli store le app gratuite per lo streaming non autorizzato.
Proprio da questo strumento parte la nuova stretta, che dovrebbe scoraggiare la prosecuzione degli illeciti, soprattutto in considerazione del fatto che ai recidivi toccano anche multe salatissime.