Quanto guadagna un giocatore in Serie B nel 2025? Gli stipendi

Lo stipendio dei giocatori in Serie B, quanto guadagnano

I campionati sono iniziati e, insieme alla competizione, cresce la curiosità: quanto guadagna un giocatore in Serie B? Dietro ogni stipendio ci sono sacrifici, allenamenti intensi e una volontà incrollabile.

I calciatori di Serie B non sono solo atleti, ma guerrieri che lottano ogni giorno per migliorarsi, con l’obiettivo chiaro di arrivare in Serie A. Le cifre possono essere interessanti, ma ciò che conta davvero è la fame di vittoria, la resilienza e la dedizione. Ogni partita è un’occasione per dimostrare il proprio valore e guadagnarsi un posto tra i grandi del calcio italiano.

Quanto guadagna un calciatore di Serie B all’anno? Gli stipendi minimi

Definire quanto guadagna un giocatore di Serie B all’anno non è semplice in quanto mancano i dati precisi sulle retribuzioni. Alcuni calciatori percepiscono stipendi ben superiori alla media, ma è importante conoscere i compensi minimi stabiliti per i professionisti tesserati. Si tratta di retribuzioni lorde annuali fissate in base all’età del giocatore. Di seguito, le soglie minime ufficiali previste per chi milita nella seconda serie del calcio italiano.

Fascia d’etàStipendio minimo lordo annuoNote principali
16–19 anni€18.892,23Giovani, incentivi e bonus formativi
20–23 anni€25.268,89Prime esperienze da titolari
24+ anni€34.054,13Giocatori esperti, leader di squadra
Primo contratto€25.268,89Ingresso nel professionismo

Quanto guadagnano i giocatori dai 16 ai 19 anni in Serie B

I giovani calciatori dai 16 ai 19 anni in Serie B guadagnano, come stabilito, un compenso minimo lordo annuale di 18.892,23 euro. Questo tipo di contratto rappresenta spesso il primo vero passo nel mondo del professionismo per chi è ancora agli inizi della propria carriera.

Oltre al compenso base, questi giovani atleti possono accedere a incentivi aggiuntivi, come premi legati alle prestazioni in campo, bonus per gli obiettivi individuali e di squadra raggiunti, e talvolta benefit offerti dalle società per favorire la crescita sportiva e personale.

Il guadagno dei calciatori dai 20 ai 23 anni in Serie B

Per i calciatori compresi nella fascia d’età tra i 20 e i 23 anni, il compenso minimo lordo annuale in Serie B sale a 25.268,89 euro. Questa cifra riflette la maggiore esperienza maturata rispetto ai più giovani e il fatto che, a questa età, i giocatori iniziano spesso a essere considerati elementi stabili e integrati all’interno della rosa.

È proprio in questa fase della carriera che molti calciatori possono ottenere vantaggi contrattuali aggiuntivi, grazie al rendimento dimostrato sul campo. Bonus legati a presenze, gol, assist o obiettivi raggiunti con la squadra diventano più frequenti, e non è raro che i club inizino a proporre rinnovi migliorativi o clausole premianti, soprattutto quando un giovane talento si afferma come protagonista in categoria.

Serie B, quanto guadagnano i tesserati dai 24 anni in su

Per i calciatori dai 24 anni in su in Serie B, lo stipendio minimo garantito sale a 34.054,13 euro lordi all’anno. Questa cifra tiene conto del fatto che, a partire da questa fascia d’età, i giocatori sono generalmente in grado di offrire un contributo più maturo, grazie all’esperienza accumulata e a competenze tecniche e tattiche più consolidate.

Non a caso, molti di questi atleti rappresentano pietre miliari nelle formazioni titolari, diventando punti di riferimento sia in campo che nello spogliatoio. Il loro ruolo è spesso determinante nell’equilibrio della squadra, e per questo motivo possono beneficiare di contratti più ricchi, con bonus, premi rendimento e, in alcuni casi, clausole personalizzate in base al valore e alla carriera. Sono figure centrali nelle ambizioni di promozione e nella gestione delle fasi cruciali del campionato.

Il primo contratto da professionista: il guadagno di un giocatore in Serie B

Il primo contratto da professionista, riservato ai calciatori della classe 2004, prevede un compenso minimo di €25.268,89 lordi annui, pari a circa €18.863 netti. Si tratta della stessa cifra stabilita per i giocatori nella fascia tra i 20 e i 23 anni, e rappresenta una base importante per chi sta muovendo i primi passi nel calcio professionistico.

Per molti giovani talenti, questo tipo di accordo segna l’ingresso ufficiale nel mondo del lavoro sportivo: un passaggio fondamentale che apre la strada a opportunità più ambiziose, sia dal punto di vista economico che di carriera, specialmente in caso di promozione in Serie A o trasferimenti all’estero.

Qual è lo stipendio massimo di un giocatore di Serie B?

Si può definire lo stipendio massimo di un giocatore di Serie B? Di fatto, non esiste un criterio. I guadagni possono variare enormemente, influenzati da una serie di fattori decisivi: il valore del calciatore, l’eventuale appartenenza a una squadra di Serie A (magari in prestito), e soprattutto la forza economica del club. A fare la differenza, poi, sono anche gli sponsor e i contratti individuali: i brand puntano sui giocatori con visibilità, e in Serie B non mancano profili in grado di attirare investimenti importanti.

I criteri che determinano quanto guadagna un giocatore in Serie B

In assenza di dati ufficiali e uniformi, per rispondere in modo completo alla domanda “Quanto guadagna un calciatore di Serie B?”, è necessario analizzare più a fondo la questione. Gli stipendi nella serie cadetta, infatti, variano sensibilmente in base a diversi parametri. Non esiste una cifra standard valida per tutti, ma piuttosto una fascia retributiva ampia, determinata da molteplici fattori legati al profilo del giocatore e al contesto del club. Esperienza, carriera, prestazioni individuali, club di appartenenza, prestazioni in campo e durata del contratto sono tutti fattori che possono incidere sugli stipendi dei calciatori in Serie B.

Benefit

I calciatori di Serie B possono beneficiare di bonus e incentivi legati alle prestazioni, che contribuiscono ad aumentare in modo significativo il guadagno annuale complessivo. Questi extra sono spesso previsti nei contratti e variano in base agli accordi individuali. In particolare, tra i più comuni troviamo:

Questi incentivi rappresentano una parte importante delle retribuzioni, soprattutto per quei giocatori che, attraverso le prestazioni, riescono a distinguersi nel corso della stagione.

Monte ingaggi Serie B 2024/25: attenzione ai costi, non sempre la spesa premia

I club di Serie B devono gestire con attenzione quanto guadagnano i propri giocatori, perché ogni euro investito incide sul monte ingaggi complessivo. Ma se è vero che il budget è un indicatore importante, non sempre la spesa corrisponde ai risultati sul campo.

Investire tanto non garantisce la promozione, così come spendere meno non significa rinunciare all’ambizione. A fare la differenza sono visione, strategia e rendimento. Ecco, dunque, la classifica aggiornata dei club di Serie B in base al monte ingaggi 2024/2025.

Sassuolo promosso, Sampdoria brivido e Salernitana retrocessa

Nella scorsa stagione di Serie B, il Sassuolo ha registrato il monte ingaggi più alto del campionato e ha centrato l’obiettivo: il ritorno in Serie A.

Tuttavia, secondo i principali siti scommesse, il futuro dei neroverdi nella massima serie non è così scontato: una loro retrocessione è quotata tra 3.00 di Eurobet e 3.50 di Sisal. Numeri che indicano un rischio concreto.

Situazione diversa per Sampdoria e Salernitana, che la scorsa stagione hanno vissuto momenti difficili. Le due squadre hanno investito molto, facendo guadagnare tanto i propri giocatori ma senza risultati sul campo. I liguri erano virtualmente retrocessi, ma hanno sfruttato la penalizzazione inflitta al Brescia, giocandosi la salvezza proprio contro la Salernitana. A spuntarla è stata la Sampdoria, che ha mantenuto la categoria. La Salernitana, invece, è scivolata indietro e ora si ritrova a dover lottare per non precipitare in Serie C. Un esempio concreto di come, nel calcio, ingaggi e investimenti contano, ma non bastano.

Monte ingaggi 2025/26

Ma quanto guadagna un giocatore di Serie B incide anche sulla situazione delle squadre? Sì, i dati relativi alla stagione in corso confermano una tendenza chiara: il monte ingaggi della Serie B è in calo. Il sistema stipendi della cadetteria sta vivendo una fase di ridimensionamento, con differenze sempre più marcate tra le squadre che lottano per la promozione – o che arrivano fresche di retrocessione – e il resto del campionato. Oggi solo il Monza supera quota 20 milioni. Numeri ben lontani da due stagioni fa, quando a viaggiare sui 20 milioni erano otto squadre. Di seguito la classifica provvisoria:

Retrocessione e stipendi: come funziona la clausola che taglia i compensi

Se definire quanto guadagna un giocatore di Serie B è stato abbastanza facile, la parte difficile è capire come cambia in caso di retrocessione dalla A alla B. È un meccanismo semplice, ma ha cambiato le regole del gioco nel calcio italiano: la clausola di riduzione stipendiale in caso di retrocessione scatta in automatico al termine della stagione in cui una squadra scende dalla Serie A alla Serie B. Nessuna trattativa, nessuna firma aggiuntiva: lo stipendio dei calciatori viene tagliato del 25% immediatamente. La decurtazione resta valida fino al ritorno del club in Serie A. Se la promozione arriva, lo stipendio torna al valore originario.

Attenzione però: esiste un limite invalicabile. La retribuzione, anche dopo il taglio, non può scendere sotto i minimi salariali previsti dal contratto collettivo nazionale, differenziati in base all’età del calciatore. C’è comunque margine per accordi personalizzati: club e giocatore possono concordare condizioni diverse, escludendo o modificando la clausola nel contratto individuale. Un’opzione che le società più ambiziose usano per blindare i propri talenti. In definitiva, si è dato un quadro normativo chiaro a una prassi che esisteva da tempo: adeguare i costi al livello della categoria. Solo che ora è tutto ufficiale. E vincolante.

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