La lunga storia del Blackjack dal XVII secolo ai giorni nostri
Il Blackjack non ha bisogno di presentazioni. Il gioco classico e le sue varianti sono popolarissimi in tutto il mondo, fin dai suoi albori. Il motivo di questa popolarità costante negli anni risiede nel tipo e nelle modalità di gioco, ma anche nella sua lunga storia, che ha attraversato epoche e paesi diversi, radicandosi nei vari territori e nel mondo del gioco d’azzardo.
Oggi il Blackjack, noto in Italia come “Ventuno”, è approdato anche alla versione digitale, come confermano le numerose piattaforme di casinò autorizzate che offrono sui loro siti di Blackjack online numerosi tavoli in palinsesto, sia come gioco standard che live. Le origini di questo gioco tuttavia risalgono addirittura al XVII secolo.
In questo articolo vogliamo raccontare la lunga storia del Blackjack, partendo proprio dalle prime tracce che si hanno di uno dei giochi di carte più famosi in assoluto, praticamente al pari del poker.
Le prime tracce: il Ving-et-Un francese
Come si è anticipato, il Blackjack fa capolino nel campo del gioco d’azzardo nel lontano XVII secolo, o almeno così confermano le sue origini, su cui tutti sembrano concordare.
Secondo le ricerche, la variante moderna del Blackjack si sviluppa in Francia, dove un gioco molto simile alla sua versione attuale prendeva il nome di Ving-et-Un, ovvero “ventuno” (che in pratica corrisponde al nome italiano del Blackjack).
Il motivo di questa denominazione richiama subito alla mente le regole principali del Blackjack. Il gioco prevede infatti che la vincita si realizza se si ottiene il punteggio più alto contro il banco, dato dalla somma delle carte ricevute oppure richieste in corsa, che non deve superare il numero “21”.
In realtà il Ving-et-Un presentava qualche differenza rispetto alle regole oggi conosciute. La versione dei casinò francesi prevedeva infatti che la possibilità di raddoppiare la posta in gioco fosse solo una opportunità del banco. In ogni caso la gran parte delle regole corrispondono a quelle dell’attuale Blackjack.
Ma come si è passati dal nome “Ventuno” a quello, ben più noto, diffuso e utilizzato, di “Blackjack”?
Il Blackjack vola dalla Francia agli Stati Uniti
La denominazione di “Blackjack” deve la sua popolarità all’approdo di questa disciplina negli Stati Uniti, durante la Rivoluzione Francese.
In questo nuovo contesto il gioco – come spesso accade durante le migrazioni – subì una variazione e venne introdotto il concetto di “fante nero” (il Black Jack appunto).
La variante prevedeva che la realizzazione del “21” grazie al possesso di un fante di picche e di un asso generasse uno speciale bonus del valore di oltre dieci volte la posta in gioco. Il bonus originario oggi non viene più utilizzato, ma nel frattempo il nome del Blackjack si è imposto nel mondo e da allora non è più cambiato.
Come si è detto negli Stati Uniti d’America il Blackjack ottenne una popolarità enorme, dovuta in parte al fatto che i giocatori d’oltreoceano intuirono subito le possibilità di applicare tecniche e strategie utili a incrementare le possibilità di battere il banco.
Durante il XIX secolo il Blackjack attraversò un calo di popolarità, e in particolare nel momento in cui vennero introdotte a livello governativo delle leggi contrarie alle discipline del gioco d’azzardo che, secondo il parere comune, alimentava l’economia della criminalità.
La svolta successiva si ebbe ancora nel 1931, quando in Nevada, a Las Vegas, le istituzioni decisero di rendere legale il gioco, che nel frattempo aveva continuato a essere diffuso all’interno di bische clandestine.
Nascono le strategie per provare a vincere a Blackjack
L’intuito dei giocatori nordamericani ha dato un grande impulso alla nascita di teorie e sistemi per provare a battere il banco al Blackjack.
Se oggi queste teorie sono supportate anche dalla tecnologia e dall’intelligenza artificiale, i primi esperimenti provengono da numerosi studi e ricerche, ma anche da prove pratiche di affinamento sul campo.
I teorici del conteggio e le teorie statistiche
Tra i primi teorici di strategie di vincita al Blackjack uno dei più famosi è Roger Baldwin, il quale, nel 1953, insieme ai suoi colleghi iniziò ad applicare le teorie della statistica alle probabilità di superare il banco. Ne nacque “Strategia ottimale del Blackjack”, una miniguida pubblicata dopo 3 anni, nel 1956, su una importante rivista dell’Associazione americana di Stastistica.
Dopo questo primo studio il professor Edward O Thorp scrisse un vero e proprio manuale guida per vincere al Blackjack, dal titolo “Beat the Dealer”, famoso ancora oggi benché la sua stesura è del 1962. Il matematico statunitense riprese in parte gli studi del predecessore Baldwin, ma introdusse un nuovo concetto, poi a sua volta utilizzato da altri studiosi del campo, ovvero quello dell’importanza del conteggio delle carte da gioco per battere il banco.
Il successo di vendite del libro fu clamoroso, segno che il Blacjkack, anche grazie a questi studi, si stava affermando come gioco d’azzardo tra i più popolari.
Dall’altro lato i casinò terrestri dovevano cominciare a organizzarsi contro dei giocatori sempre più ferrati e motivati a vincere. Nacquero così delle varianti che inserivano nel gioco carte e regole inedite, almeno fino al ripristino del gioco tradizionale, proprio come lo conosciamo oggi.
Proseguendo con questa carrellata “storica” di studi strategici per vincere al Blackjack, da segnalare è anche l’intuizione di Julian Brown, impiegato di IBM che cercò di tradurre in uno specifico codice la tecnica di base e quella per conteggiare le carte.
Dal contatore di carte portatile ai primi software di gioco
Nel frattempo l’informatica stava facendo passi avanti.
Fu allora che Ken Uston, anche autore di varie pubblicazioni a tema Blackjack, iniziò a sperimentare negli anni Settanta la costruzione di piccoli computer “portatili” utili al conteggio delle carte. Con questa trovata Uston riuscì a sbancare vari casinò statunitensi insieme alla sua squadra, ottenendo anche una citazione in giudizio dal “Resorts International”, con tanto di denuncia all’FBI. I federali, tuttavia, ritennero pienamente legale il marchingegno ideato da Uston, in quanto si trattava soltanto di uno strumento innovativo per applicare le tecniche di vincita al Blackjack, già pubblicate sui manuali.
Dall’hardware al software, gli anni Settanta rappresentarono una vera e propria fucina di innovatori tecnologici, anche per quanto riguarda la creazione di tattiche per superare il banco al Blackjack.
Fu sempre in quegli anni che nacque il “Blackjack Analyser”, un prototipo di software ideato dallo studioso Stanford Wang, conosciuto anche per le sue tecniche di memorizzazione delle carte prima di ogni partita.
Il celebre Team del MIT
Un piccolo approfondimento a parte nella storia del Blackjack merita il celeberrimo Team del MIT, ovvero l’Istituto Tecnologico del Massachussets.
Si tratta di un gruppo di studenti provenienti dall’Istituto e dall’Università di Harvard che, dal 1979 in poi, ha iniziato a ideare delle tattiche dalla strategia sofisticata, al fine di vincere contro il banco dei casinò americani e non solo.
Fu proprio alla fine degli anni Settanta che il gruppo iniziò la propria attività, anche a seguito di una sentenza che favoriva la possibilità di ammettere il conteggio delle carte al casinò di Atlantic City.
I primi partecipanti al gruppo sono stati i due fondatori, Bill Kaplan e J.P. Massar, che hanno cominciato via via a reclutare altre leve meritevoli. Da lì a poco più di un anno il gruppo ha quadruplicato il capitale di partenza, grazie alle vincite realizzate nei maggiori casinò del Nevada. Dopo avere sbancato praticamente tutte le principali sale terrestri del Nord America, è iniziata l’avventura che ha portato il nome del team MIT nei casinò di tutto il mondo, Europa inclusa.
Il reclutamento dei partecipanti al Team MIT, che è stato ufficialmente fondato come associazione il 1° agosto 1980, prevedeva un tour de force di 8 partite ma anche un corso di formazione e delle prove sul campo.
La strategia del team MIT per vincere a Blackjack si fondava infatti su competenze e attitudini individuali, ma anche su un gruppo di contatori abili ed esperti, capaci di fronteggiare al meglio le sfide del banco.
Alle vincite leggendarie del team MIT, che ha fruttato agli investitori delle rendite del 250 per cento in più rispetto al capitale iniziale, si sono ispirati anche film di successo, come la pellicola “21” del 2008, diretta da Robert Luketic e interpretata da Kevin Spacey.
Dal Blackjack live ai simulatori di gioco
Dopo l’esperienza del MIT il Blackjack ha preso sempre maggiore confidenza con la tecnologia, fino ad arrivare online, tramite le piattaforme di gioco autorizzate, ma anche grazie alla creazione di software che riproducono vere e proprie partite, senza il rischio di denaro reale.
Il Blackjack live
Il Blackjack live è l’esempio più lampante di questo tipo di approccio. Chi accede ai siti degli operatori autorizzati può sfidare il banco e prendere parte a dei tornei in diverse varianti, tipo lo Speed Blackjack, alla presenza di croupier dal vivo. Questi ultimi rendono l’esperienza più immersiva e più simile a quella delle sale da gioco del territorio.
Il Blackjack live può essere anche gestito da un software specifico che simula il banco, mentre quello con uno o più dealer dal vivo è spesso accompagnato anche da un servizio di chat, così da consentire l’interazione con gli altri utenti presenti in quel momento online.
I software simulatori di gioco
Proprio a proposito di software, si sono diffusi con il tempo anche dei veri e propri simulatori di gioco, che permettono di provare le varie strategie di Blackjack senza mettere a rischio dei soldi veri. A tal proposito, le modalità demo dei giochi si possono ormai trovare nella maggior parte dei portali di gioco online autorizzati. e anche
Inoltre, sia che si giochi con soldi reali o con credito virtuale, è essenziale menzionare l’importanza del Generatore di Numeri Casuali (o fattore RNG), che garantisce un risultato imparziale, ma anche una equa distribuzione delle carte da gioco tra gli sfidanti sui siti di gioco ADM.
Il Blackjack… nella storia del cinema
Per concludere in bellezza questa breve storia del Blackjack, è curioso sapere che anche il cinema ha reso omaggio a uno dei giochi di carte più famosi di ognidove.
Ecco una lista di film a tema, imperdibili per gli amanti del genere:
- Rain Man, 1988, con Dustin Hoffman, Tom Cruise, Valeria Golino
- Casinò, 1995, regia di Martin Scorsese
- The Cooler, 2003, con Alec Baldwin e Maria Bello
- The Last Casinò, 2004, regia di Pierre Gill
- 21, 2008, con Kevin Spacey
- Una notte da Leoni, 2009, di Todd Phillips
- The Gambler, 2014, con Mark Wahlberg, John Goodman, Jessica Lange