Il giocatore con più autogol nella storia: da Dunne a Baresi

Il giocatore con più autogol nella storia è senza dubbio l’irlandese Richard Dunne con 10 autoreti. Viene seguito dal duo italiano composto da Franco Barese e Riccardo Ferri con 8.
Autogol, sinonimo di mani tra i capelli e sguardo perso nel vuoto: vedere il pallone finire nella propria porta è senza dubbio uno dei momenti più dolorosi per un calciatore. Queste sensazioni ed episodi sono state vissute da diversi giocatori che hanno commesso autogol nella storia, anche da leggende come Materazzi.
Il giocatore con più autogol nella storia: Richard Dunne, 10 autoreti
Non è un italiano il giocatore con più autogol nella storia. Ma stiamo parlando dell’Irlandese Richard Dunne con ben 10 autoreti. Ha iniziato la sua carriera nel 1996 con l’Everton, debuttando a 17 anni. Nel 2000 è passato al Manchester City per 3 milioni di sterline, diventando capitano nel 2007. Ha vinto il premio di Miglior giocatore del City per quattro stagioni consecutive (2004-2008) e ha rinnovato il contratto nel 2008. Nel 2009 è stato acquistato dall’Aston Villa per 6 milioni di sterline, segnando un gol al City nel suo debutto. Dopo essere stato svincolato nel 2013, ha firmato con il Queens Park Rangers, ma ha resciso il contratto nel 2015.
Il giocatore con più autogol in Serie A: parimerito di Ferri e Baresi, 8 autoreti
Rabbia, sconforto e delusione sono emozioni comuni per un calciatore dopo aver segnato un autogol. Nella speciale classifica dei giocatori con più autogol nella storia, spicca il nome di Dunne con 10 reti nella propria porta. Il duo Baresi e Ferri, al secondo posto, detiene anche il record di autogol in Serie A. Un aspetto del gioco che nessun calciatore vorrebbe mai vivere, ma che, purtroppo, fa parte della realtà del calcio.
Riccardo Ferri, 5 vittorie degli avversari ‘grazie’ ai suoi autogol
Riccardo Ferri rientra nei giocatori con più autogol nella storia, anche in quella della Serie A. Noto per la sua solidità difensiva, ha purtroppo segnato ben otto autogol nella sua carriera, molti dei quali hanno avuto un impatto significativo sui risultati delle partite. Di questi, ben cinque sono stati determinanti per la vittoria degli avversari, mentre uno ha contribuito a un pareggio. Gli altri autogol, seppur fastidiosi, non hanno compromesso l’esito finale della partita.
L’ex difensore centrale italiano debuttò in Serie A nell’ottobre 1981 e divenne rapidamente una colonna della squadra, giocando per 13 stagioni con i nerazzurri. Con l’Inter, vinse la Coppa Italia 1981-82, lo Scudetto e la Supercoppa Italiana nel 1989, e conquistò due Coppe UEFA (1991 e 1994). Nel 1994, si trasferì alla Sampdoria e si ritirò dopo due stagioni.
Un amore per l’Inter anche dopo il ritiro
Ferri non è solo ricordato per gli autogol collezionati nella sua storia da calciatore ma per la sua carriera all’Inter. Un amore a tinte nerazzurre che si concretizza anche dopo il ritiro dal calcio giocato. Dal mese di luglio 2022 Ferri ricopre il ruolo di Club Manager della Prima Squadra dell’Inter. Lautaro e compagni non sono impegnati solo in campionato, ma anche in Champions League. Una competizione con un nuovo format, imprevedibile e ricca di sorprese, con quasi i tutti i bookmakers AAMS che continuano ad aggiornarsi. L’Inter vincente della Champions League oscilla tra i 12 di Sisal ai 15 di Bet365.
Franco Baresi, ben 2 autogol nel match Milan-Pescara

Soprannominato “Piscinin” e “Kaiser Franz”, Franco Baresi è considerato uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi, ma anche un protagonista involontario della classifica dei giocatori con più autogol nella storia, inclusa quella della Serie A, con ben 8 autoreti nella sua carriera. Due di queste, in particolare, sono rimaste nella memoria dei tifosi, segnate durante il match contro il Pescara, che terminò 4-5. Quella partita ha visto il ritorno di Baresi in campo dopo un infortunio, ma non nel modo migliore. Non solo quell’episodio, ma anche un autogol nel derby contro l’Inter, oltre a quelli contro Atalanta, Bologna, Lazio e Vicenza, hanno contribuito a questa “curiosa” statistica. Nonostante questi episodi, la sua carriera resta leggendaria, fatta di successi e grandi imprese con il Milan e la nazionale.
Nel 2004 Pelé inserisce Baresi nella FIFA 100 ed è stato candidato al Pallone d’Oro sette volte. Ha trascorso 20 anni nel Milan, dove ha vinto sei scudetti e tre Coppe dei Campioni ed è diventato il secondo giocatore con più presenze nella storia del club. Nel 1999 è stato eletto “Milanista del secolo” e nel 2013 è entrato nella Hall of Fame del calcio italiano.
La nuova vita di Baresi dopo il ritiro
Baresi non è ricordato solo per essere uno dei giocatori con più autogol nella storia del calcio. Dopo il ritiro non ha mai davvero lasciato il mondo del calcio. È infatti diventato uno degli ambasciatori del Milan, continuando a essere una figura di riferimento per il club. La sua passione per i rossoneri è rimasta intatta, tanto che lo vediamo spesso seguire la squadra da vicino in varie partite. Un esempio recente è stato il derby contro l’Inter, dove ha assistito al pareggio della sua squadra. Come si è visto già durante la prima fase del campionato i match sono imprevedibili, con i favoriti che cambiano continuamente, influenzando anche le quote offerte dai migliori siti scommesse. Milan vincente in campionato ha una quota che oscilla tra i 2.50 di Snai e 2.51 di Eurobet.
Biagio Zoccola, autore del primo autogol nella storia della Serie A
Biagio Zoccola detiene il record che nessun giocatore può battere. E’ stato il primo giocatore a segnare un autogol nella storia della Serie A. Risale al 6 ottobre 1929, durante la partita Juventus-Napoli. Zoccola, centrocampista del Napoli, cercava di liberare il pallone ma lo toccò accidentalmente con il ginocchio, indirizzandolo nella propria rete. Questo episodio segna l’inizio di una lunga tradizione di autogol nel campionato italiano.
Il re degli autogol nella storia: Niccolai, 5 autoreti
Comunardo Niccolai, ex calciatore del Cagliari, è morto a 77 anni. Nonostante fosse un difensore affidabile, è ricordato come «il re dell’autogol» per la spettacolarità dei suoi errori. Ha segnato 5 autogol in 225 partite di Serie A, tra cui uno memorabile contro la Juventus nel 1969-1970 e un altro “quasi autogol” nel 1971-1972 contro il Catanzaro, che portò a un rigore per gli avversari. Sebbene non sia il giocatore con più autogol nella storia, il suo soprannome deriva dalla notorietà di questi episodi. Nonostante questa fama, Niccolai era considerato un difensore di buon livello, giocando nel Cagliari che vinse lo Scudetto nel 1970.
Gli autogol più imbarazzanti
Non solo i giocatori con più autogol nella storia, ma anche quelli protagonisti delle autoreti più imbarazzanti. Da Materazzi a Zoccola, fino al portiere Dida, tutti si sono distinti per episodi incredibili. Le autoreti più assurde della storia della Serie A hanno coinvolto tanti calciatori, diventando momenti memorabili e a volte involontari.
Empoli-Inter: gol di Materazzi

Marco Materazzi non è ricordato per il numero di autoreti commessi nella storia, ma per uno degli autogol più spettacolari della storia del calcio italiano, avvenuto in Empoli-Inter nel 2006. Durante quella partita, il difensore dell’Inter, futuro campione del Mondo con la nazionale, realizzò un autogol incredibile: un pallonetto da centrocampo che sorprese completamente il portiere Julio Cesar, imprendibile per il brasiliano. Un’esecuzione impeccabile, se solo avesse trovato la porta giusta.
Il portiere Dida

Nel 2000, Dida, portiere del Milan, commise un errore che costò un gol nella partita di Coppa dei Campioni contro il Leeds. Durante il match, un tiro di Bowyer da fuori area scivolò dalle mani del portiere brasiliano, finendo in rete in modo incredibile, tra lo stupore dei suoi compagni di squadra.
La partita con più autogol: AS Adema – Sol de Emyrne
Non solo il giocatore con più autogol nella storia ma qual è la partita con più autogol? Il 31 ottobre 2002, nella partita del campionato malgascio tra AS Adema e Sol de Emyrne, il risultato finale fu clamoroso: 149-0, con tutte le reti segnate come autogol. La partita fu una protesta della squadra ospite, che, dopo aver perso il titolo a causa di un rigore controverso, decise di segnare autogol sotto la guida dell’allenatore Ratsarazaka, con l’obiettivo di arrivare a 150-0. Nonostante il tentativo, si fermarono a 149. Il match suscitò il malcontento dei tifosi, che abbandonarono lo stadio e chiesero il rimborso. In seguito, la federazione squalificò il Sol de Emyrne per dieci anni e l’allenatore per tre, senza prendere provvedimenti contro l’arbitro.